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Visita del Presidente

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Articolo tratto da:

RISVEGLIO MUSICALE
Rivista Ufficiale dell’Anbima
(Associazione Nazionale Bande Italiane Musicali Autonome)

Edizione n° 3 – Maggio/Giugno 2016

Il Presidente Mattarella a Venzone per celebrare il 40° del terremoto in Friuli

RMMattarellaAVenzone01Nello scorso mese di maggio si è ricordato il 40° anniversario del devastante terremoto che il 6 maggio 1976 alle 21.06, sconvolse e devastò il Friuli. Oltre 1.000 morti, 18.000 edifici distrutti, 75.000 danneggiati: questi i numeri del disastro che fu definitivamente “completato” con la replica del sisma nel settembre dello stesso anno.
Tutto, in quei tragici mesi, venne messo in discussione ma la tenacia dei friulani unita alla solidarietà nazionale ed internazionale e al determinante intervento dello Stato – tramite una classe politica locale che si accollò in prima persona l’opera di ricostruzione – ha portato ai risultati che oggi sono sotto gli occhi di tutti. La ricorrenza dei 40 anni dal terremoto del Friuli è stata suggellata dalla vista del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nei luoghi simbolo del disastro: Gemona e Venzone.
Al Complesso Bandistico Venzonese è stato riservato l’onore di potersi esibire durante l’intera visita del Presidente a Venzone che si è protratta per oltre un’ora.
Definire questa esperienza “unica” per la Banda non è eccessivo; i musicanti e le majorettes (tra loro tante bambine) hanno fatto del loro meglio per essere all’altezza della situazione.
In questo contesto, non si può non ricordare che diversi componenti della Banda di Venzone vissero in prima persona i fatti del terremoto del ’76 subendo danni e lutti personali e familiari. Anche la Banda cessò l’attività in quel periodo: ben 3 componenti perirono in quella notte; la distruzione della sala prove e la perdita di molti strumenti musicali pareva aver messo la parola fine alla sua attività. Ma la caparbietà dei musicanti, unita a tanta solidarietà, ebbe la meglio e la Banda non solo riprese a suonare, ma per l’Associazione si aprì un nuovo periodo che ha visto raccogliere tantissime soddisfazioni. Vogliamo ricordare, per tutte, il gemellaggio con la Società Filarmonica Piobesina·(Torino) suggellato nel 1977 e che prosegue tuttora con frequenti scambi di visite tra le due bande. Ma tornando alla vista del Presidente della Repubblica, il Friuli ha accolto Sergio Mattarella a braccia aperte; il Presidente ha colto questa ondata di affetto e ha ricambiato con l’unica moneta che, a queste latitudini, si apprezza davvero: il riconoscimento del lavoro svolto.
Quel “Mandi Friul, mandi furlans” (ciao Friuli, ciao friulani) con cui ha aperto il suo intervento a Venzone – chiuso con un altrettanto accattivante “ariviodisi” RMMattarellaAVenzone02(arrivederci) – ha sciolto il ghiaccio dei discorsi ufficiali avvicinando sicuramente il Palazzo del Quirinale alla gente del Friuli.
La Banda di Venzone è onorata di aver potuto portare il suo piccolo contributo per questo particolare appuntamento che, oltre al ricordo di tanti lutti, ha sancito l’unanime riconoscimento di un grandissimo lavoro svolto per la ricostruzione post terremoto.

Moira Cussigh


6 Maggio – Il ricordo…

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Il Giornale della Musica

Maggio 2006 – Edizione n° 31

…La prima uscita del Capodanno 1975, dopo un lungo periodo di stasi, era stata salutata con affetto e simpatia dai venzonesi, pur nei limiti del programma proposto che necessariamente risentiva delle conoscenze musicali degli esecutori e del loro numero, che non superava le 25 unità.
Un nuovo e importante sforzo nel campo dell’insegnamento fu avviato dai Maestri Guido Pascolo e Claudio Calderari con un assiduo programma di prove nell’ex Scuola di Portis e di lezioni serali nella Canonica di Venzone che, nell’entusiasmo della ripresa, videro una confortante partecipazione.

POI VENNE IL
TERREMOTO

Fu una tragedia immane e non è il caso di ripetere parole meglio e più appropriatamente spese da altri su questa vicenda.
Del terremoto la Banda vuol qui ricordare i ‘suoi’ morti: Gianni Gavini, Romolo Morassi e Tiberio Morassi e dedicare anche ad essi l’impegno per un futuro musicale che onori il Complesso Bandistico e il paese. La Banda poté riprendere in considerazione la prosecuzione della propria attività soltanto nell’aprile dell’anno successivo (1977).


… In quel mese ripresero le prove in locali di fortuna avendo il Presidente Giuseppe Valent, i suoi collaboratori del direttivo e tutti i musicanti deciso che anche la Banda, riproponendosi al suo pubblico, poteva essere in qualche misura, umilmente, stimolo alla rinascita e simbolo di essa.
Una volta di più, tuttavia, la Banda, piuttosto che vantare meriti, ebbe occasione di accumulare un grande debito di riconoscenza che tuttora paga volentieri, verso altri amici musicanti.
La forza e la volontà di continuare, infatti, non sarebbero forse state così grandi e così immediate se tra le persone che si recarono a Venzone dopo il terremoto non vi fosse stato un musicante di un altro piccolo  paese, Piobesi in provincia di Torino, che si trovò fianco a fianco con il nostro Ernesto Temporal e approfondì con lui un rapporto, oltre che umano, musicale (ma può il secondo esistere senza il primo?).
Ritornato a casa, l’amico piobesino, fece e sbrigò quanto necessario perché la Banda di Venzone fosse ospite della Filarmonica Piobesina.
Fu così che, il 7 maggio 1977, in una limpida giornata di primavera, la Banda partiva alla volta di Piobesi, paese che, fra i tanti elencati sulla carta geografica dell’autista della corriera, non trovava l’onore di una menzione.
Era la prima volta, nella storia della Banda, che lasciavamo i confini del Friuli e durante il viaggio la curiosità era almeno pari alla preoccupazione di ben figurare.
L’arrivo a Piobesi è alle 14,30. Il paese è, per certi aspetti, molto simile a Venzone: circa 2500 abitanti, è situato a 12 chilometri da Torino in una fertile pianura ed ha una storia antica di secoli. I suoi abitanti sono persone cordiali e molto disponibili.
Non è stato difficile fraternizzare. Il primitivo timore si trasforma ben presto in stupore per l’accoglienza che ci viene riservata: la Banda, le Majorettes, gli Amministratori Comunali e i Piobesini tutti sono lì a farci festa. A noi, a una Banda senza divisa, che è riuscita a ricreare un piccolo repertorio quasi solo di marce, stordita dagli avvenimenti dell’ultimo anno, ancora in forse se continuare o attendere tempi migliori!
Beh, i tempi migliori sono lì! Le energie ce le offre Piobesi. Sono due giorni indimenticabili per tutti, dagli anziani ai più giovani.
L’incontro in Comune, il Concerto, la Messa, l’ospitalità nelle famiglie e infine, al momento dei saluti, la promessa: incontrarci di nuovo! Come stiamo facendo ogni biennio ormai da quasi trent’anni.

Tratto da: “Note per cent’anni”


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