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CONCERTO PER SANTA CECILIA

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Il Giornale della Musica

Gennaio 2014 – Edizione n° 62

Il 22 novembre si celebra Santa Cecilia, patrona dei Musicanti.
Prima di raccontarvi nei dettagli la giornata di festa organizzata dal Complesso Bandistico Venzonese per l’occasione, abbiamo piacere di ricordare ai lettori la storia che lega la Santa alla musica.
Cecilia, nata da una nobile famiglia a Roma, sposò il nobile Valeriano: il giorno delle nozze nella casa di Cecilia risuonavano organi e lieti canti ai quali la vergine, accompagnandosi, cantava nel suo cuore “conserva o Signore immacolati il mio cuore e il mio corpo, affinché non resti confusa”. Arrestata con l’accusa di aver aiutato il marito a dare sepoltura ai Cristiani, all’epoca proibito, venne chiamata davanti al Giudice e condannata alla morte per soffocamento nel bagno di casa sua. Si narra che Cecilia, invece di morire tra urla e lamenti, avesse cantato le lodi al Signore: da questo particolare è stato tratto il vanto di protettrice dei Musicanti.
Quest’anno per celebrare la suddetta ricorrenza si è deciso di posticipare il tradizionale concerto al pomeriggio di domenica 24 novembre, auspicando in tal maniera anche una maggiore partecipazione da parte dei paesani e di qualche turista di passaggio.
Come da tradizione la mattina ci siamo trovati tutti in Duomo per assistere alla Santa Messa in ricordo dei musicanti che prematuramente ci hanno lasciati.
Alle 16.00, dopo aver accordato gli strumenti, abbiamo dato inizio al tanto atteso concerto, per l’occasione diretto dal maestro Stefano Zamolo, sulle note della marcia “Musica Maestro”.
Il programma presentato spaziava da metà ‘ 800 ai giorni nostri, coprendo così quasi un secolo musicale: si andava infatti da una raccolta dei brani più famosi di Giuseppe Verdi, in onore del 200esimo anniversario della sua nascita, a “La vita è bella”, colonna sonora dell’omonimo film di Roberto Benigni. Il pubblico ha inoltre potuto ricordare i primi innamoramenti ascoltando il brano “Un amore così grande” degli anni ’70 e poi scatenarsi durante l’esibizione di “The final countdown”, pezzo di enorme successo degli “Europe” della fine degli anni ’80.
Il concerto è stato anche l’occasione per celebrare due importanti eventi per il nostro Complesso Bandistico: ricorrevano infatti i 35 anni di attività di Spanu Roberto e Valent Elio, pilastri nei rispettivi settori. I due, colti di sorpresa da questo importante traguardo raggiunto e quasi increduli nel pensare a quanti anni già avevano trascorso in Banda, erano visibilmente emozionati quando è stata consegnata loro dal nostro Presidente la spilla celebrativa dell’ ANBIMA.
Ma accanto ai “veterani” il pubblico ha potuto scorgere e conoscere anche due nuovi componenti che Lorenzo teneva particolarmente a presentare: dalla Banda di Pontebba ci ha raggiunto a darci manforte GianPaolo all’eufonio e, dopo un lungo corteggiamento, c’è stato il graditissimo ritorno di Anna al clarinetto.
Al termine della nostra esibizione, applaudita con calore dal pubblico presente, ci siamo recati alla “Locanda al Municipio” per trascorrere un ultimo momento conviviale insieme e darci appuntamento al prossimo evento.
In conclusione cogliamo l’occasione anche per salutare la nostra amica e bandista Cecile che ci leggerà dalla Francia (gli articoli del giornalino unitamente alle foto delle uscite li potete trovare anche sul nostro sito internet digilander.libero.it/cbv/) e che ci teneva particolarmente a partecipare a questo concerto visto il legame che si è creato tra noi oltre all’omonimia con la Santa protettrice.
Ciao Cecile e buona Santa Cecilia a tutti!

Marco Braidotti e Igor Cigliani

 


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Santa Cecilia, questa sconosciuta

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Il Giornale della Musica

Gennaio 2008 – Edizione n° 38

Nella tradizione musicale bandistica venzonese non c’era mai stata l’usanza di ricordare la ricorrenza di Santa Cecilia. È sicuramente per questo motivo che, da un semplice sondaggio fatto tra i nostri giovani musici, è emerso che quasi nessuno sapeva che essa è la nostra patrona: la Patrona della Musica.
Due anni fa il nostro Antonino Calderari propose di inserire questa data, il 22 novembre, fra quelle meritevoli di essere ricordata con una manifestazione musicale. Proposta che fu subito messa in pratica il primo anno con una sfilata seguita dalla Santa Messa in Duomo e successivamente attraverso un concerto pubblico.
Il destino poi volle che lo scorso anno, alla vigilia di questa data, venisse a mancare il Maestro Guido Pascolo e quindi d’ora in poi il concerto sarà dedicato ad entrambi.
La storia di questa Santa e l’intitolazione a Patrona della Musica risulta quanto meno particolare e pertanto mi permetto qui di riportarla, sperando di fare cosa gradita.
E’ quanto mai incerto il motivo per cui Cecilia sarebbe diventata patrona della musica. In realtà, un esplicito collegamento tra Cecilia e la musica è documentato soltanto a partire dal tardo Medioevo. La spiegazione più plausibile sembra quella di una errata interpretazione dell’antifona di introito della messa nella festa della Santa. Il testo di tale canto in latino sarebbe:

Cantantibus organis, Cecilia virgo in corde suo soli Domino decantabat dicens: fiat Domine cor meum et corpus meum inmaculatum ut non confundar” (Mentre suonavano gli strumenti musicali, la vergine Cecilia cantava nel suo cuore soltanto per il Signore, dicendo: Signore, il mio cuore e il mio corpo siano immacolati affinché io non sia confusa).

Per dare un senso al testo, tradizionalmente lo si riferiva al banchetto di nozze di Cecilia: mentre gli strumenti musicali suonavano, Cecilia cantava a Dio interiormente. Da qui il passo ad una interpretazione ancora più travisata era facile: Cecilia cantava a Dio … con l’accompagnamento dell’organo!
Si cominciò così, a partire dal XV secolo a raffigurare la santa con un piccolo organo portativo a fianco. In realtà i codici più antichi non riportano questa lezione dell’antifona (e neanche quella che inizierebbe con Canentibus, sinonimo di Cantantibus), bensì Candentibus (incandescenti) organis, Caecilia virgo ….
Gli “organi”, quindi, non sarebbero affatto strumenti musicali, ma gli strumenti di tortura, e l’antifona descriverebbe Cecilia che “tra gli strumenti di tortura incandescenti, cantava a Dio nel suo cuore”.
L’antifona  non si riferirebbe dunque al banchetto di nozze, bensì al momento del martirio. Secondo la tradizione, Cecilia sarebbe nata da una nobile famiglia romana. Sposata al nobile Valeriano, gli avrebbe comunicato il suo voto di perpetua verginità, convertendo al cristianesimo il marito insieme al fratello di lui, Tiburzio.
Dopo la morte di Valeriano, il Prefetto della città, Almacbio, l’avrebbe fatta incarcerare e quindi decapitare. Cecilia venne sepolta nelle catacombe di San Callisto. Nell’821 le sue reliquie furono fatte trasportare da Papa Pasquale I nella chiesa di Santa Cecilia in Trastevere.
Nel 1599, durante i restauri della basilica ordinati dal cardinale Paolo Emilio Sfondrato, in occasione del successivo Giubileo del 1600, venne ritrovato un sarcofago con il corpo di Cecilia in ottimo stato di conservazione. Il cardinale allora commissionò a Stefano Maderno (1566-1636) una statua che riproducesse l’aspetto e la posizione del corpo di Cecilia così com’era stato trovato, statua che oggi si trova sotto l’altare centrale della chiesa.
Cecilia, in quanto patrona della musica e musicista lei stessa, ha ispirato più di un capolavoro artistico, tra cui l’Estasi di Santa Cecilia di Raffaello, oggi a Bologna. In letteratura, Cecilia è stata celebrata specialmente nei Racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer, in un’ode di John Dryden poi messa in musica da Haendel nel 1736, e più tardi da Hubert Parry (1889).
Altre opere musicali dedicate alla santa includono l‘Inno a Santa Cecilia di Benjamin Britten, un inno per Santa Cecilia di Herbert Howells, una messa di Alessandro Scarlatti, la Messe Solennelle de Sainte Cécile di Charles Gounod e Hail, bright Cecilia! di Henry Purcell.


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