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LA FIABA DEL TRENTENNALE

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Il Giornale della Musica

Gennaio 2009 – Edizione n° 42

LA FIABA DEL TRENTENNALE

C’ERA UNA VOLT A, IN UNA PICCOLA CITTADELLA MEDIEVALE CHIAMATA VENZONE,

un complesso bandistico accompagnato da un gruppo cospicuo di fanciulle, conosciute con il nome di “majorettes”. Ogni anno, per festeggiare il 15 agosto, codesti gruppi allietavano la popolazione locale con allegre musiche accompagnate dalle piacevoli esibizioni delle ragazze.
L’anno di cui vi stiamo narrando era molto speciale; ricorreva, infatti, il trentesimo anniversario dalla loro fondazione. Per l’occasione, alla tradizionale rappresentazione di Ferragosto, presero parte anche le ex majorettes che, nel corso degli anni passati, si erano impegnate creando frizzanti coreografie in uso ancor oggi.
La mattina del 15 agosto, la popolazione venzonese si era destata sotto un cielo plumbeo carico di nubi che minacciavano pioggia. L’uscita era messa in pericolo dal maltempo.
La banda e le majorettes, però, non si diedero per vinti e, all’imbrunire, tutto era pronto ma in un luogo coperto a differenza di quello prestabilito.
L’uscita subì dei cambiamenti: l’entrata in scena (che era costata tanta fatica alle ragazze), purtroppo, era stata sostituita da una coreografia improvvisata.
Le prime a fare l’ingresso furono le ex majorettes, accolte da un caloroso applauso del pubblico.
Successivamente fu il turno delle majorettes attuali, accolte da non meno calore.
Tra un’esibizione e l’altra, il pubblico era deliziato dalle musicali melodie del capace Complesso, il quale dava sfoggio della sua abilità. Verso la conclusione dello spettacolo ci fu una sorpresa di cui non erano a conoscenza neppure le majorettes: due improvvisati cantanti del popolo allietarono per ben due volte il pubblico con un “Inno alla Zucca”, simbolo della cittadina.
La piacevole serata di musica riscosse molto successo tra il pubblico e anche majorettes e banda risultarono molto soddisfatti dell’esibizione che era stata messa in difficoltà fin dalla mattina dal maltempo.

FU COSÌ CHE LA VITA, NELLA CITTADELLA CIRCONDATA DALLE MURA, RIPRESE IL SUO CORSO, FORSE PIÙ ALLEGRA DI PRIMA.

Elisa e Martina Valent

 

 


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30 anni di majorettes al Concerto d’Estate

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Il Giornale della Musica

Settembre 2008 – Edizione n° 41

“…RICORDIAMOCI COME SI FA…”

17 agosto 2008, al “Water Cube” di Pechino il nuotatore statunitense Michael Phelps vinceva la sua ottava medaglia d’oro alle olimpiadi cinesi, impresa senza precedenti, unica nella storia dei giochi.
Due giorni prima, il Complesso Bandistico Venzonese ha tenuto il tradizionale concerto di ferragosto,  occasionalmente sotto la loggia del municipio, viste le avverse condizioni meteorologiche.
Quest’anno l’appuntamento era davvero speciale in quanto ricorrevano i trent’anni della fondazione del gruppo majorettes. Per l’occasione erano state invitate tutte le ragazze che nel corso di questi anni avevano “prestato servizio” all’interno dell’associazione. Ecco quindi che quella sera erano presenti ben tre gruppi di majorettes: “le piccole”, “le grandi” e “le veterane” con Anna Bedin in testa nel ruolo di coordinatrice.
Il nostro programma musicale si era adattato alla serata, offrendo un articolato repertorio ove le marce erano le protagoniste.
Infatti i vari gruppi di majorettes hanno potuto esibirsi sulle note di brani di “ieri e di oggi” per rievocare, soprattutto nella mente e negl’occhi delle ”veterane”, tutti quei momenti passati vestendo quella giacca rossa e agitando la tipica mazza.
Per un attimo mi sono messo nei panni di “Anna Bedin and Co.” e ho tentato di immaginare cosa potessero provare nel momento in cui la Banda avrebbe iniziato a suonare le prime battute della marcia che le avrebbe viste protagoniste dell’esibizione iniziale. Sicuramente la loro mente si sarebbe precipitata a rivisitare quei momenti particolari passati assieme, probabilmente diversi dai giorni d’oggi, ma simili nello spirito dell’affrontare un angolo della vita a tempo di marcia.
Ma, secondo me, si sono anche chieste se era tutto uguale o se fosse cambiato qualcosa; poi la magicità del momento ha irrotto nella frenesia dell’emozione, quindi: un bel sospiro, mazza in mano, ” … ricordiamoci come si fa … “. Claudio parte, gli strumenti iniziano la loro melodia, le gambe quasi automaticamente iniziano a muoversi a tempo, Anna fischia e lo spettacolo ha inizio. << Ma cosa succede? È tutto uguale a quando ero giovane io >>… sicuramente questo pensiero ha invaso le menti di quelle majorettes che, davanti alle loro eredi, hanno improvvisato un numero perfetto, come se il tempo non fosse mai passato. E allora via!!
“The show must go on” … ed eccole, applaudite da tutto il pubblico, protagoniste di una serata che le ha viste regine. Eccole a voi signore e signori, sono le ”veterane”, che ora si occupano della propria famiglia e dei figli, ma hanno scritto pagine bellissime nella storia del gruppo. È stato il turno poi delle altre majorettes, le “grandi”, ossia il presente, e le “piccole”, ossia il futuro. Anche loro hanno tenuto un’esibizione eccellente, strappando applausi e sorrisi.
Per quanto riguarda noi della Banda, … beh è stato un concerto di ferragosto da “seconde linee”, nel senso che tutti i riflettori erano per le nostre majorettes. Ma, nello stesso tempo, anche noi, con l’esecuzione dei brani “Melodies de la France” e “Abba mix”, abbiamo sicuramente offerto una prestazione da podio, tanto per restare in clima olimpico. E, sempre per ·non cambiare discorso, si sono guadagnati una bella e meritatissima medaglia d’oro la coppia “Sergio Cescutti & Davide Clonfero”, i quali hanno cantato, accompagnati dalla Banda, l’Inno alla Zucca”, una simpatica rielaborazione della nostra marcia “The funny pumpkins”, adattata a testo per quello che è ormai un simbolo indelebile di Venzone.
Infine chiudo con ancora una dedica alle majorettes. Quella sera nella loggia sono state eseguite otto marce, e tutte le ragazze hanno marciato insieme. Hanno offerto uno spettacolo davvero unico, e quindi si sono tutte meritate la medaglia d’oro. Ripeto, sono state eseguite otto marce … otto come gli ori di Phelps nel nuoto a Pechino; ma se queste ragazze riusciranno a vincere la medaglia del saper vivere unite, dimenticando egoismi o piccole incomprensioni, col fine di raggiungere un grande traguardo tutte assieme, allora veramente avranno guadagnato quella medaglia d’oro che brilla e vale più di tutti gli ori del nuotatore di Baltimora (metaforicamente parlando ovviamente …. ).

Filippo Zamolo

 


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