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In memoria del caro amico e maestro Guido

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Il Giornale della Musica

Gennaio 2007 – Edizione n° 34

Guido ci ha lasciati lo scorso mese di novembre alla vigilia del giorno di Santa Cecilia – patrona della musica – che sicuramente in cielo era lì ad accoglierlo.

Ricordarne la figura, umana e musicale, è compito difficile e doloroso. Parlare di Guido significa raccontare le vicende della musica Venzonese di gran parte del novecento.
Nato nel 1926, credo non cl sia momento della sua vita che non fosse in qualche modo legato alle note musicali e al suono dei suoi strumenti, In particolare Il trombone e la fisarmonica.
Quest’ultima lo aveva reso richiestissimo in tutte le feste paesane. Nel 1982 fu chiamato alla direzione del nostro Complesso Bandistico e anche In questa veste lasciò la propria Impronta di musicista preparato e minuzioso nel trattare sia con le partiture che con I componenti.
Egli si definiva con orgoglio un autodidatta, ma la sua preparazione e conoscenza musicale, soprattutto per quanto riguarda l’armonia, era più che completa.
Raccontava spesso di quando, poco più che ragazzino, si recava a Udine con il treno e, con la fisarmonica in spalla, si dirigeva lungo Viale Trieste dove andava a prendere lezioni da un non meglio precisato Insegnante.
Tutto il suo sapere venne poi trasmesso al tanti suoi allievi, sia privatamente che attraverso i corsi musicali organizzati dalla nostra Banda.
Recentemente era molto dispiaciuto perché non riusciva a suonare il trombone a causa di problemi nella respirazione. Ciò non gli impediva però di Intervenire a volte alle prove, durante le quali si sedeva al suo leggio e seguiva la musica senza suonare.
La perdita di Guido rimane per I componenti della Banda musicale di Venzone un vuoto incolmabile.

RESTA PERÒ LA CONSAPEVOLEZZA DI AVER AVUTO IN LUI UN MAESTRO E UN AMICO SINCERO, AL QUALE DEDICARE LE NOTE DELLE NOSTRE MUSICHE PIÙ BELLE.

MANDI GUIDO

Claudio Calderari


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GUIDO, UN ESEMPIO PER TUTTI NOI!!

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Il Giornale della Musica

Settembre 2004 – Edizione n° 25

Al concerto di ferragosto
di Filippo Zamolo

Per chi suona nella nostra banda musicale già da parecchio tempo, e cito componenti quali Claudio Calderari o Franco Gavini, adesso sarebbe molto semplice esprimere un giudizio rispecchiante la passione per la musica e l’attaccamento verso la banda che uno come Guido può vantare. Proprio per questo motivo, nonostante faccia parte di questa associazione solo da pochi anni, mi azzardo a riportare una mia riflessione a tale proposito, sorta subito dopo l’esecuzione della marcia “Trent’anni dopo”, suonata la sera del concerto di Ferragosto e diretta proprio dal nostro amico Guido.
È importante sottolineare il fatto che Guido, uno fra i più esperti membri della Banda, nonché il più “senior”, ultimamente ha dovuto abbandonare un po’ l’attività per superare un delicato periodo, a causa dei capricci della sua salute (per fortuna solo momentanei). Beh credetemi, … prima che salisse sul palco mi aspettavo una persona emozionata, un po’ provata o depressa; invece il “nostro” Guido ha diretto la marcia con una disinvoltura unica ed ammirabile, ma soprattutto ho letto nel suo viso felicità, orgoglio e grinta.
Così colui che ci ha fatto vivere attimi di tensione ed ansia durante il suo ricovero in ospedale, in quel momento agitava perfettamente la bacchetta da direttore, rideva, invitava le trombe a “puntare” di più quelle terzine, con un gesto pretendeva una chiusura più secca del ritornello, ma soprattutto ci ha trasmesso delle sensazioni e delle emozioni che nemmeno mille parole potrebbero descrivere, era necessario solamente osservarlo in viso.
Così penso che a tutti, non solo a me, suonando quelle note conosciute ormai a memoria, siano tramontati i profili di un anziano in difficoltà fisica e siano riemerse alla mente le scene di quella persona che, durante le prove, suonava seduta sulla sua ormai classica sedia con il cuscino e i rialzi ai piedi, con il bicchiere dell’aranciata sul termosifone e la sigaretta mezza accesa, pronta per essere consumata fra un brano e l’altro.
Insomma quel particolare momento dove Guido, nonostante tutto, ha diretto la marcia con tale entusiasmo, mi ha fatto capire quanto sia forte e profondo il suo legame con la banda e la musica in generale, una delle sue passioni migliori. Ecco perché ritengo che la serata del concerto abbia offerto con il suo esempio un valido punto di riflessione per ognuno di noi, per renderci conto di quanto questa persona abbia potuto insegnarci e di quanto continuerà ad insegnarci.
Purtroppo quando ho descritto alcune abitudini di Guido durante le prove settimanali ho dovuto utilizzare, visto le circostanze, il verbo “suonare” al passato, ma mi auguro veramente di cuore che si tratti solo di una formalità temporanea e che esso non rispecchi davvero un futuro molto difficile da accettare per tutta la banda.

 


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Intervista a… Guido Pascolo

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Il Giornale della Musica

Febbraio 2000 – Edizione n° 05

Intervistare Guido significa parlare con la persona che più di tutte ha dato, e continua a dare, alla nostra Banda musicale. D’altronde basta guardare la foto nella rubrica “Come eravamo” risalente agli anni 40, per rendersi conto che egli è stato protagonista assoluto di tutte le vicissitudini del Complesso Bandistico.

COME E QUANDO È INIZIATA LA TUA CARRIERA MUSICALE? RACCONTACI QUALCHE ANEDDOTO.
Avevo 15 anni, nel 1941, quando mi avvicinai alla musica andando a scuola di teoria musicale dal M.o Giuseppe Sormani. Dovevano però passare 2 anni prima che potessi acquistare il primo strumento (la Fisarmonica). Nel marzo 1943 andai a scuola di Fisarmonica, a Udine, dal M.o Enzo Bellina.

CHE DIFFERENZA TROVI FRA IL “CLIMA” CHE C’ERA AL TEMPO DELLA FOTO PUBBLICATA NELLA BANDA RISPETTO A QUELLO Dl OGGI?
Appena finita la guerra, nel settembre 1945, mi inserii nella Banda Musicale del Paese suonando strumenti a fiato (Flicorni). Eravamo in pochi e con pochi soldi. dovevamo autotassarci per comperare la musica di qualche “Marcia”, e con strumenti rattoppati da noi, pur di suonare.

E DAL PUNTO DJ VISTA STRETTAMENTE MUSICALE, Cl SONO STATI DEI PROGRESSI?
Oggi si possono avere strumenti nuovi. musica a volontà, molti di più suonatori, grazie ai Corsi musicali promossi dal C. B. V., eseguire musica mollo bella, più difficile e impegnativa, però, personalmente sento la nostalgia delle belle Marce Sinfoniche di allora.

QUAL’È STATO UN MOMENTO DELLA TUA VITA MUSICALE CHE RITIENI PARTICOLARMENTE IMPORTANTE?
Il momento più importante per me è stato quello in cui ho fatto parte della Banda Musicale di Udine assieme ad altri due venzonesi, Candido Pascolo “Ciodio” e l’attuale M.o Claudio Calderari. Essere richiesto a suonare assieme a molti elementi diplomati al Conservatorio per me è stata una grande soddisfazione.

PER QUANTO RIGUARDA IL FUTURO DEL COMPLESSO BANDISTICO CREDI CHE L’ATTUALE STRUTTURA POSSA ESSERE ANCORA PROTAGONISTA O BISOGNERÀ FARE QUALCHE CAMBIAMENTO?
Credo che bisognerebbe inculcare (specie nei giovani) la passione per la musica e il rispetto per il Maestro: soltanto raggiungendo questo traguardo si potrà garantire la continuazione del Complesso.

PARLACI ORA COME SUONATORE DI FISARMONICA, ATTRAVERSO L’ESPERIENZA DI TANTISSIME SERATE DANZANTI ALLIETATE DA TANTE BELLE CANZONI.
Posso dire di aver avuto, come suonatore di Fisarmonica, molte soddisfazioni in 25 anni di orchestra, unendo l’utile al dilettevole.

INFINE CHIEDIAMO ANCHE A TE DI DARE UN MESSAGGIO Al COMPONENTI DEL C.B.V. SULL’IMPORTANZA DEL SUONARE E SOPRATTLITTO DEL “BEL SUONARE”.
Per me la Banda è stata la seconda famiglia ma con molto dispiacere, a 73 anni e la salute precaria. penso di dover lasciare in breve il mio posto ai giovani. Il messaggio che dò· ai componenti del Complesso Bandistico è di avere spirito di unione e bravura nel migliorare sempre più nel suonare bella musica, augurandovi tante soddisfazioni.

E NOI AUGURIAMO A GUIDO DI CONTINUARE A SUONARE ANCORA A LUNGO NELLA NOSTRA BANDA MUSICALE IN QUANTO LA SUA PRESENZA. A PROVE E USCITE. È PREZIOSA E INSOSTITUIBILE.


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