6 Maggio – Il ricordo…

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Il Giornale della Musica

Maggio 2006 – Edizione n° 31

…La prima uscita del Capodanno 1975, dopo un lungo periodo di stasi, era stata salutata con affetto e simpatia dai venzonesi, pur nei limiti del programma proposto che necessariamente risentiva delle conoscenze musicali degli esecutori e del loro numero, che non superava le 25 unità.
Un nuovo e importante sforzo nel campo dell’insegnamento fu avviato dai Maestri Guido Pascolo e Claudio Calderari con un assiduo programma di prove nell’ex Scuola di Portis e di lezioni serali nella Canonica di Venzone che, nell’entusiasmo della ripresa, videro una confortante partecipazione.

POI VENNE IL
TERREMOTO

Fu una tragedia immane e non è il caso di ripetere parole meglio e più appropriatamente spese da altri su questa vicenda.
Del terremoto la Banda vuol qui ricordare i ‘suoi’ morti: Gianni Gavini, Romolo Morassi e Tiberio Morassi e dedicare anche ad essi l’impegno per un futuro musicale che onori il Complesso Bandistico e il paese. La Banda poté riprendere in considerazione la prosecuzione della propria attività soltanto nell’aprile dell’anno successivo (1977).


… In quel mese ripresero le prove in locali di fortuna avendo il Presidente Giuseppe Valent, i suoi collaboratori del direttivo e tutti i musicanti deciso che anche la Banda, riproponendosi al suo pubblico, poteva essere in qualche misura, umilmente, stimolo alla rinascita e simbolo di essa.
Una volta di più, tuttavia, la Banda, piuttosto che vantare meriti, ebbe occasione di accumulare un grande debito di riconoscenza che tuttora paga volentieri, verso altri amici musicanti.
La forza e la volontà di continuare, infatti, non sarebbero forse state così grandi e così immediate se tra le persone che si recarono a Venzone dopo il terremoto non vi fosse stato un musicante di un altro piccolo  paese, Piobesi in provincia di Torino, che si trovò fianco a fianco con il nostro Ernesto Temporal e approfondì con lui un rapporto, oltre che umano, musicale (ma può il secondo esistere senza il primo?).
Ritornato a casa, l’amico piobesino, fece e sbrigò quanto necessario perché la Banda di Venzone fosse ospite della Filarmonica Piobesina.
Fu così che, il 7 maggio 1977, in una limpida giornata di primavera, la Banda partiva alla volta di Piobesi, paese che, fra i tanti elencati sulla carta geografica dell’autista della corriera, non trovava l’onore di una menzione.
Era la prima volta, nella storia della Banda, che lasciavamo i confini del Friuli e durante il viaggio la curiosità era almeno pari alla preoccupazione di ben figurare.
L’arrivo a Piobesi è alle 14,30. Il paese è, per certi aspetti, molto simile a Venzone: circa 2500 abitanti, è situato a 12 chilometri da Torino in una fertile pianura ed ha una storia antica di secoli. I suoi abitanti sono persone cordiali e molto disponibili.
Non è stato difficile fraternizzare. Il primitivo timore si trasforma ben presto in stupore per l’accoglienza che ci viene riservata: la Banda, le Majorettes, gli Amministratori Comunali e i Piobesini tutti sono lì a farci festa. A noi, a una Banda senza divisa, che è riuscita a ricreare un piccolo repertorio quasi solo di marce, stordita dagli avvenimenti dell’ultimo anno, ancora in forse se continuare o attendere tempi migliori!
Beh, i tempi migliori sono lì! Le energie ce le offre Piobesi. Sono due giorni indimenticabili per tutti, dagli anziani ai più giovani.
L’incontro in Comune, il Concerto, la Messa, l’ospitalità nelle famiglie e infine, al momento dei saluti, la promessa: incontrarci di nuovo! Come stiamo facendo ogni biennio ormai da quasi trent’anni.

Tratto da: “Note per cent’anni”


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