CANEVA, MUSICA E CUORE

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Il Giornale della Musica

Gennaio 2012 – Edizione n° 54

Così recita una coloratissima targa posta all’ingresso del Centro “Don Onelio” di Caneva (Tolmezzo); poche e semplici parole che hanno la forza di toccare timidamente il cuore di ognuno di noi.
Come accade ormai da molti anni, domenica 13 novembre ci siamo recati a Caneva per la tradizionale visita al nostro concittadino Corrado e a tutti gli amici del centro. Questo è per tutti noi un
appuntamento molto particolare, sentito, al quale ogni singolo componente del nostro complesso bandistico ci tiene a partecipare.
Ciò che rende speciale questa giornata non è tanto l’impegno musicale, certamente ben studiato e curato in ogni singolo particolare, bensì l’atmosfera che si crea stando per poche ore a contatto con delle persone che sono, nella loro semplicità, straordinarie.
Vorrei approfittare di questo spazio, per descrivere il pomeriggio trascorso all’insegna della musica, ma soprattutto ci terrei a spendere alcune parole per una riflessione che in me è sorta spontaneamente e credo sia un pensiero abbastanza comune alla maggior parte dei presenti al nostro “speciale concerto”.
Come a tutti i nostri più importanti appuntamenti, anche a Caneva siamo stati accompagnati dalle nostre straordinarie Majorettes, il programma era alquanto ricco e come sempre è stato molto apprezzato. Marce, brani da concerto, pezzi coinvolgenti e allegri come il “Can Can” o il “Rock’n Roll”, insomma, ce n’era davvero per tutti i gusti.
Come spesso accade però, esiste il bianco, ma esiste anche il nero, se tanti sono stati i momenti di gioia che hanno caratterizzato questo pomeriggio, per alcuni minuti un filo di tristezza ha unito i cuori di tutti noi. Il pensiero speciale è andato a Gian Mario Casasola, un componente del nostro complesso, che purtroppo qualche mese fa ci ha lasciati.
Estremamente toccanti sono state le parole del nostro presidenze, Lorenzo Cracogna, del presidente del Centro, ma soprattutto del nostro amico Corrado e di Anna, compagna dì Mario. Sono stati pochi minuti, ma molto intensi, sui volti dei presenti è calato un velo di tristezza, a volte solcato da qualche timida lacrima; un’emozione che ha toccato tutti noi, dai giovani ai “grandi”.
In quegli attimi non pensare al dolore, alla sofferenza era praticamente impossibile. Purtroppo, sembra quasi un paradosso, ma la morte fa parte della vita di ognuno, il segreto penso sia quello di godere di ogni attimo che ci è regalato e apprezzarne tutto, anche le cose più piccole e scontate …
Questa è una delle cose che ho imparato dai nostri amici del Centro: ci sono tantissimi punti di vista dai quali osservare la vita, l’importante è trovare quello giusto.

Marta Mitidieri

 


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