La Banda con la Comunità Piergiorgio

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Il Giornale della Musica

Ottobre 2005 – Edizione n° 29

A Caneva di Tolmezzo

La Banda di Venzone ha tenuto, nella giornata di sabato 3 settembre, un concerto a Caneva di Tolmezzo presso il Centro per disabili Don Onelio, della Comunità Piergiorgio.
La manifestazione organizzata in collaborazione col nostro concittadino Corrado Candolino – ospite della Comunità – aveva lo scopo di portare un momento di serenità ed allegria nella struttura che accoglie una ventina di disabili.
Per la Banda si trattava di una “prima volta”, comprensibile quindi l’emozione che ha colto un po’ tutti noi nel vedere una platea di persone che dispongono del tempo e della vita in maniera molto diversa dalla nostra.
Personalmente ho provato ad immaginare, nei momenti prima dell’inizio del concerto, quali siano attualmente i valori della nostra società, il senso della frenesia che pervade il nostro operare, l’apparire rispetto all’essere.
L’inizio del concerto ha posto fine, per fortuna, a queste impegnative riflessioni. La platea composta anche da tanti parenti, collaboratori della Comunità, da residenti a Caneva e da diversi Venzonesi, ha subito apprezzato la nostra musica e l’esibizione delle Majorettes.
Il programma proposto è stato incentrato su temi moderni e leggeri che hanno coinvolto il pubblico e gli ospiti della Comunità. La scambio di saluti e degli omaggi è stata la parte più commovente.
Dopo il saluto del vice presidente della comunità prof. Igino Piutti ha preso la parola l’amico Corrado che svolge attività di coordinatore della struttura.
Dalla sua sedia a rotelle, quasi immobile e con la voce flebile, ha impartito a tutti noi una “lezione” su come si possa convivere con un handicap, anche grave, mantenendo, in ogni caso, il gusto della vita.
A tutti i componenti della Banda è stato donato un oggetto in legno, opera degli ospiti della Comunità. A Corrado abbiamo dedicato, con particolare affetto, Marcia Venzone tra gli scroscianti applausi del pubblico .
Dopo la conclusione, parlando con le collaboratrici e con gli ospiti, ho avuto modo di constatare come l’handicap sia quasi “un problema superabile” basta affrontarlo con gioia e condivisione.
Marta (una delle più vecchie collaboratrice della comunità con oltre 30 anni di presenza attiva) ha affermato: “questi ragazzi non hanno bisogno di pietà ma di condivisione”. Noi della banda abbiamo provato a condividere, per una sera, un po’ del nostro tempo con loro e penso siamo tornati tutti a casa un po’ più “ricchi” e forse… con qualche riflessione in più da fare.

Davide Zamolo

 


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